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ARTE E PSICHE – Iconografie immaginarie e dissertazioni poetiche dell’inconscio


16 autori in mostra: pittori, scultori, fotografi e poeti. L’esposizione e’ concepita come una grande camera onirica, formata di tanti microcosmi quanti sono gli artisti partecipanti, che divengono anche mediatori e specchi della nostra attuale, specifica e variegata identita’ sociale.

Il Centro Culturale ArtCamera, propone una nuova mostra tematica dal titolo “ARTE E PSICHE – Iconografie immaginarie e dissertazioni poetiche dell’inconscio” che si tiene nel prestigioso spazio dell’Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia di Arezzo, dal 27 dicembre 2008 al 24 gennaio 2009. I sedici artisti in mostra, pittori, scultori, fotografi e poeti, di elevato livello e acuta sensibilità: Rita Carioti – Laura Cirenei – Andrea Gasparro – Chiara Greci – Alessandro Marrone – Tommaso Musarra – Fabio Nucci – Giacomo Piazzesi – Sergio Poddighe – Andrea Roggi – Laura Serafini – Paolo Tranchina – Francesco Verdi – Patrizia Buracchi – Patrizia Fazzi , in questa intrigante tematica che vede protagonista la pura essenza della sfera interiore, quale dimensione alta del “sentire”, nelle proprie identificazioni e differenziate forme artistiche, si esprimono comunemente nel più ancestrale, puro ed autentico linguaggio comunicativo dell’anima e della psiche, cioè il proprio Io, quale nucleo centrale intorno al quale, l’intelletto dell’artista crea e l’anima modella la propria opera, e il proprio più profondo pensiero. L’interiorità dell’animo umano viene esplorata nel corso della storia dell’arte a partire dal Romanticismo, periodo in cui alcuni artisti si addentrano in questa dimensione della realtà umana sempre esistita, ma di cui non si è avuta per lungo tempo coscienza precisa. I romantici continuano tuttavia a rapportare lo sguardo verso il profondo con il mondo esteriore, proiettandolo cioè nell’aspetto prevalente della natura.

Tra gli esempi di eccezione pionieristica della trattazione della tematica, spicca sia lo straordinario connubio artistico tra il poeta Dante Alighieri e il pittore Sandro Botticelli, che illustra le tavole della Somma e Universale Divina Commedia, sia il pittore fiammingo Hieronymus Bosch che nell’enfasi di una esoterica visionaria carica percettiva, crea ambigue e bizzarre rappresentazioni dell’umanità, di cui è interessato a rappresentare, in una immateriale e quasi onirica interpretazione, la convivenza del bene e del male. E’ tuttavia nel corso del XX secolo che si assiste alla creazione di forme atte a rappresentare la parte oscura della coscienza, di quell’inconscio ampiamente teorizzato nello stesso periodo da Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, e in seguito da C. Gustav Jung, Eric Fromm, James Hillman e altri. Grazie alle loro ricerche psicoanalitiche il sogno e l’onirico entrano nell’universo costitutivo dell’arte, non come fantasie allegoriche o stravaganti come nel passato, ma come diretta espressione dell’inconscio, portato così alla luce dalla profondità dell’Io, ponendo l’attenzione alla dimensione dell’uomo, che oltrepassa la sua realtà ordinaria e percepibile con gli strumenti della logica. In tal senso, la psicoanalisi, nel suo compito di liberazione, è svelamento delle forze occulte dell’inconscio. In questo atteggiamento programmatico si riconosce il tentativo di saldare la realtà storica con quella onirica, allo scopo di liberare tutte le potenzialità espressive della natura umana.

In modo prevalente è il movimento Surrealista che, riunito attorno alle idee di André Breton, propone e fornisce immagini fortemente suggestive in grado di fissare sulla materia i dettami imposti da quell’interiorità che scaturisce manifestandosi allo stesso modo nell’arte come nel sogno. I surrealisti tentano la rielaborazione in chiave creativa del pensiero psicoanalitico, ma hanno anche come obiettivo ultimo un mutamento nella presa di coscienza di sé e della e della società. Spicca tra i molti, la stra-ordinaria visione poetica del pittore francese Renè Magritte. Un isolato originale ed insolito linguaggio di rappresentazione psichica lo propone il geniale incisore e grafico Maurits Cornelis Escher, che basandosi su concetti matematici, ed esplorazioni sull’infinito e dall’osservazione sulle stranezze della percezione e della prospettiva, crea fantastiche e suggestive costruzioni spaziali impossibili, in movimenti o rappresentazioni chiusi in un perpetuo ciclo infinito. Il contributo fornito dal movimento surrealista all’arte contemporanea è di fondamentale importanza perché avvia un percorso ancora inesplorato e che si svilupperà nel tempo, nella sua massima espressione poetica, nella tecnica della scrittura automatica nell’Action Painting americana, e che approderà fino alle più recenti e nuove forme espressive contemporanee.

Per trasmettere a fondo il proprio pensiero riguardo al genio e al cuore, nel tentativo di scoprire il significato del proprio mistero invisibile, l’artista, prima ancora della ragione, volge il movimento all’interno di se, immergendosi in una lunga e spesso travagliata avventura emotiva. La costante, insaziabile e meticolosa ricerca, lo rende errante pendolare dell’essere in profondi e tortuosi labirintici percorsi interiori, vagando con l’anima cautamente come equilibrista in bilico tra mille incertezze, e costantemente sospeso tra il conscio e l’inconscio, amore e psiche, realtà e sogno, nella vana speranza di finale approdo, quale rivelazione, dell’oscuro enigma e supremo mistero della vita e della morte. In una differenziata e non convenzionale modalità scenografica di rappresentazione delle opere, la mostra viene immaginata e concepita come una grande camera onirica, formata di tanti microcosmi quanti sono gli artisti protagonisti, che divengono anche mediatori e specchi di riflesso e riflessione della nostra attuale, specifica e variegata identità sociale. Nell’insieme ne scaturisce una interessante e costruttiva osservazione, in un variegato, suggestivo e forse immedesimativo confronto.

La mostra è preceduta, nel giorno stesso della inaugurazione, da un breve Seminario introduttivo per permettere di dare voce e meglio ampliare e condividere specifici aspetti relazionali della tematica Arte e Psiche. In esso verrà accentuato il punto di vista filosofico dal Prof. Ferdinando Abbri e quello storico-artistico dal Prof. Fabrizio Fabbrini (entrambi Ordinari nell’Università di Siena) e dal Prof. Simone Zacchini (Ricercatore nell’Università di Siena e musicologo), i quali hanno reso testimonianza nei propri saggi in questo catalogo. Inoltre per evidenziare una spesso dimenticata o trascurata sfera della psiche, quella del disagio mentale, ho fortemente voluto coinvolgere il Dott. Bruno Benigni Presidente del Centro per la Salute mentale “Franco Basaglia” di Arezzo, il quale esporrà assieme al Prof. Paolo Tranchina (psicanalista, studioso di simboli e archetipi) differenti aspetti della complessa realtà di chi soffre quei disagi e i concreti rimedi o sostegni da apportare, uno dei quali è certamente l’attiva applicazione dell’arte non solo come espressiva forma liberatoria ma anche come efficace terapia. Interverrà inoltre l’Assessore alla Cultura della provincia di Arezzo Emanuela Caroti.

Rita Carioti – Presidente Centro Culturale ArtCamera

 

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